In panciolle, rilassato, come nu gatto dint’a cuccia soia

Image00001 Devo sbrigarmi a esprimere il mio rigenerante piacere. Perché questo tempo idilliaco sarà breve, brevissimo. Ma sì, ci sono tante imperfezioni nel tessuto di questo divano e perplessità sulle prime, dolorose mosse di questi… tecnici? Ma non alludo al merito, per me è troppo presto per giudicare, no, alludo alla forma. La nuova rassicurante forma di questo governo di… tecnici? Mi fa un effetto strano. E’ stato come uscire dalla discoteca. Prima ero travolto dal chiasso, fuori mi ha disorientato il silenzio. Poi, adagio, ho cominciato a sentire di nuovo, voci che dicevano cose, pensieri che contenevano fatti, e di tutti i latrati e gli starnazzi di quasi vent’anni è rimasto un patetico fruscio di sottofondo, e se tendo l’orecchio sento ancora le loro enunciazioni e mai come ora, messe a confronto con le asettiche esternazioni dei tecnici (?), i reboanti proclami di allora si smascherano per le autentiche quaquaraquanti smargassiate che erano. Quanti nodi dentro lo stomaco mi si sono sciolti ora che non vivo più nell’ansia delle bestialità che mi toccherà sentire al telegiornale quotidiano! Vivo felicemente una pausa aliena in cui sento professionisti fare ragionamenti professionali e mi beo di questo breve transito in un sogno di una Paese governato da governanti e non da cialtroni, e poco mi importa se sono in disaccordo con tutto quello che fanno, non pretendo che un governante la pensi come me: pretendo solo che faccia onestamente e con passione il suo mestiere. E ad aggiungere divertimento alla mia fugace serenità c’è la farsa tutta italiana per cui, per poter avere finalmente un governo di politici che fanno politica, abbiamo dovuto definirlo governo tecnico che prende iniziative tecniche. In questo siamo davvero dei simpaticoni, però… sempre meglio simpaticoni che pagliacci. Bah, spero che reggano per qualche mese, così finalmente qualcosa verrà fatto, sempre meglio della stasi pietrificata di questi vent’anni, durante i quali:

cu’ tanta galle a canta’ nun faciva maje juorno

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  1. #1 di Maria Pia il gennaio 9, 2012 - 7:50 PM

    Caccolicchio! M’è sembrato di leggere una versione più poetica del miomaritopensiero 🙂
    Due vecchi saggi… 😉
    Nel mio assoluto menefreghismo politico e sociale, condivido la sensazione di sentirsi come appena usciti da una discoteca frastornante, luogo che ho sempre detestato, anche da ragazza, e il piacere di ritornare ad ascoltare…

  2. #2 di paolo f il gennaio 9, 2012 - 9:08 PM

    Ma sì, sdraiamoci sul sofà come quel gattino, dormiamocela sereni e rilassati mentre i tecnici fanno il lavoro sporco (poi, anche se i taxi bloccanno la città, chi se ne frega? Tanto prendo la corriera…).
    Stasera, in chiusura del telegiornale, Enrico Mentana ha avvisato — col tono di chi ti raccomanda di non mancare — che da Gad Lerner ci sarà anche la Santanché. Io mi son girato e gli ho detto: “Enrico, ma sei fuori? Ti sembra che io mi metta davanti alla tv ad ascoltare quella roba? Alle 20.30 su Radiotre Suite (in diretta dalla Scala) ho un concerto per violino e orchestra di Beethoven e una sinfonia di Dvorak, non so se mi spiego. Ma guarda un po’ questo…”.
    E mo’ me la godo, finalmente.

  3. #3 di tiddi il gennaio 9, 2012 - 9:58 PM

    Ero sintonizzato, ho sentito Santanché e ho cambiato canale. Mi sembra che anche il buon Gad sia rimasto incastrato nel fango della marea uscente. Ma perché ascoltare ancora il chiasso del traffico quando possiamo godere il canto degli uccellini?
    Non amo i romantici, preferisco i postmedievali. Ma non toccatemi la Nona, l’apoteosi della musica a tutte le latitudini e lungo tutti meridiani della storia della musica e del mondo.

  4. #4 di paolo f il gennaio 9, 2012 - 10:11 PM

    Uno dei miei sogni è di assistere all’esecuzione della Nona dal vivo, con un’orchestra importante.
    Tempo fa la vidi in tv, eseguita dall’unione di due orchestre (con relativi cori): il Maggio Musicale Fiorentino e l’Accademia di Santa Cecilia. Una roba imponente, e già così mi si accapponò la pelle.

  5. #5 di MP il gennaio 9, 2012 - 10:19 PM

    Gli usignuoli al chiaro di luna nel (?) fossato! Qual melodia! Né romantica né postmedievale: senza tempo.
    E intanto alla tv vedo Due fantagenitori! 😀

  6. #6 di tiddi il gennaio 9, 2012 - 10:35 PM

    Ascoltai la Nona al Conservatorio di Milano. E dirisse Karajan.
    Menomale che avevo il fazzoletto. All’epoca non era un rettangolo di cellophane pieno di pezzi di carta da buttare dopo averli usati. Era un grande rettangolo di contone che dopo molte ore conservava l’umidità dell’emozione vissuta.

  7. #7 di tiddi il aprile 17, 2014 - 7:27 PM

    Caro lettore assiduo, che da qualche gorno torni a trovarmi, perché non mi dici chi sei? E magari cosa pensi di tante letture… eh…eh… Basta che lasci un commento su qualsiasi pagina o anche sull’About: i commenti li leggo prima io e se lasci un indirizzo, non lo pubblico.

  8. #8 di tiddi il marzo 14, 2015 - 8:43 PM

    Guarda un po’, finisce che uno, un po’ umile, non da giusta importanza alle proprie fotografie. Adesso Kupfer (in queste foto) è morto. E’ morto malissimo perché ero in Grecia, in campagna, in mezzo al nulla, non potevo ucciderlo e siamo stati costretti a vederlo morire orribilmente.
    Ora sono contento di aver messo qui le sue foto, perché se lo merita, il mio gatto-gatto, un po’ scemo e tanto dipendente e fifone. Come sono io, sempre in ansia come lui, altro che panciolle.
    E’ stata un’occasione di ricordarlo, la mail che mi ha imposto di eliminare la foto con cui avevo etichettato questo piccola nota, piccola, come la foto “abusata”.
    Mi spiace di aver precedentemente usato una foto non mia, pensando di fare onore alla foto e a chi l’ha fatta, visto che non l’ho certo sfruttata: quel che conta è quello che ho scritto, anche se scadente e inutile, ma non certo la fotina.
    Ma il mio vero peccato è di non aver riconosciuto anche qui (dove la foto non conta niente, perché questo è un post di politica), che Kupfer è stato per sedici anni il riflesso della mia anima di gatto-gatto.
    Le storie dietro Kupfer e Sperling sono storie grandi, risalgono a quando Sperling e Kupfer erano cosa vera, come erano veri loro. Loro non lo sanno, ma quando sono morti loro, i miei gatti, non sono morti solo loro.
    Adesso restituisco a Kupfer il suo posto.
    E ringrazio chi mi ha fatto capire che ho tanto da dare agli altri, senza prendere, seppure in buona fede, qualcosa da altri che non gradiscono dare.

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